martedì 6 novembre 2012

Seconda puntata

continuo la mia avventura in terra saudita....
Vengo introdotto nella sala maggiore del palazzo,  circa 20x10 m, arredata unicamente da un immenso lampadario in cristallo, dal quale pende ancora l'etichetta di una nota azienda di Murano, e da una fila di cuscini lungo due pareti, ovviamente niente sedie.
Entrano a gruppi i dignitari e forse dei parenti dello sceicco. Noto che sono tutti uomini; della presenza di donne neanche l'ombra. Gli ospiti dello sceicco si siedono sui cuscini allineati alla parete più lunga, mentre io vengo sistemato sul lato più corto della sala, seduto alla destra dello sceicco. Alla sinistra del gran capo prende posto, ma in piedi, il suo segretario tuttofare, di nazionalità libanese, padrone di quattro lingue.
Lo sceicco è un omino piccolo, di pelle piuttosto scura, di età indefinibile tra i sessanta e gli ottant'anni, con una barbetta rada, a chiazze. Noto anche un unico dente,  annerito, lungo circa due centimetri, che gli sporge dalla mandibola inferiore,
Il segretario mi informa che lo sceicco è membro onorario della Fiera di Milano, mi elenca tutte le molteplici attività dello stesso, inclusa la proprietà di una catena di punti vendita di tessuti nei souks di svariate città saudite. Questo è ovviamente quello che mi interessa. Prima però di passare ai discorsi connessi al mio lavoro, ci apprestiamo al pranzo d'affari. Noto che tutti i presenti sono seduti a piedi nudi e se li massaggiano o semplicemente giocano con le mani fra le dita stesse dei piedi,  come per un'abitudine naturale simile a quella di sgranare in continuazione il Tasbeeh o Subha, il loro "rosario"
A loro difesa devo però dire che gli arabi sono molto puliti, anche perché per la loro religione sono tenuti a lavarsi più volte al giorno.
A questo punto entrano quattro giovani che portano a spalla un vassoio gigantesco, lungo circa quattro metri per due di larghezza, sul quale è adagiato, su un letto di riso farcito di aranci, mandorle, datteri e fichi un montone intero arrosto, con la testa sostenuta da un marchingegno di legno dall'aspetto di una y greca rovesciata.
La continuazione del racconto seguirà a giorni.
Saluti,
 Giorgio

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